Musiche di Aldo Biagini, Testo di Fabio Giancarlo Mori – rep. Siae n.214060194
Ho una stazione
Che mi serve per dormire,
Ho una stazione
Che uso per sognare
Una bella stazione
Dove aspetto con pazienza
I calci, gli sguardi,
la pietà che è convenienza
Una moderna stazione
Dove sto a guardare
Chi arriva per restare
Chi parte senza sapere
Così ogni notte,
tra il binario cinque
e le sale d’aspetto,
Tra le pisciate sui muri
E un centesimo d’affetto,
Sono padrone del mondo,
Sono padrone di questo mondo
Così la notte,
sul pavimento freddo,
La panchina bagnata
del mio sudore
So come dimenticare
Gli insulti della bella gente,
La carità invadente
Una stazione
Che mi serve per dormire
Una stazione
Che uso per sognare
La mia stazione è casa,
è camera di lusso,
E’ un riparo dal mondo,
dalla follia del giorno
E ti accorgi di me
Mentre passi e non mi guardi
pensi a qualcuno a casa,
Ed è già tardi
Così ogni notte,
tra il binario cinque
e le sale d’aspetto,
Tra le pisciate sui muri
E un centesimo d’affetto,
Sono padrone del mondo,
Sono padrone di questo mondo
Così la notte,
sul pavimento freddo,
La panchina bagnata
del mio sudore
So come dimenticare
Gli insulti della bella gente,
La carità invadente
Ho una stazione
Che mi serve per dormire,
Ho una stazione
Che uso per sognare
Perché il mio odore
E’ così forte
I piedi nudi,
e la faccia sporca
Io rimango qui
In questa mia stazione
Tra chi non vuol vedere
E chi non vuol cambiare,
Tra chi non vuol vedere
E chi non vuol cambiare,
Tra chi non vuol vedere
E chi non vuol sognare.